risorse umane - Cuciverba
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Mi piace poter condividere quello che imparo, perché è bello non tenersi tutto per sé. Così in questo articolo parlo del corso sulla leadership inclusiva (concluso a maggio) che mi ha trasmesso molto, e a mio parere è utile a ogni persona, e non solo nella vita professionale. Perché l'ho frequentato? Mi interessavano i contenuti, anche se non ricopro ruoli di leadership (sono freelance), né sono consulente di Diversity&Inclusion (da ora abbreviata in D&I), ma lavoro con le parole, che scelgo siano rispettose e prive di pregiudizi, inclusive. Sono infatti una copywriter attenta al linguaggio inclusivo. Il video di introduzione al corso Questa esperienza mi ha fatta riflettere ancor di più sull'importanza di un ambiente di lavoro in grado di coinvolgere tutti gli individui, e che sa riconoscere e valorizzare le differenze e le peculiarità di ciascuna persona (fornitrice, collaboratrice, dipendente o cliente). Ecco perché non serve essere "boss" o titolare d'azienda per essere leader, ma un essere umano che interagisce con altri esseri umani. Due cose in particolare hanno lasciato il segno nella mia memoria. La prima, se si parla di inclusione nel posto di lavoro, si deve considerare anche il gruppo della maggioranza, non solo le minoranze meno rappresentate e discriminate. Perché l'obiettivo è appunto rispettare e valorizzare ogni persona, facendo in modo che lo percepisca, senza escluderne proprio nessuna. Seconda cosa, la leadership inclusiva parte dall'autoconsapevolezza, dei propri limiti, dei propri errori, e dei propri pregiudizi inconsci. Come per il linguaggio inclusivo (qui il link al mio articolo sul tema), anche questo è un percorso, sincero e profondo, di crescita, che in tal caso mira a raggiungere gli obiettivi aziendali e a far progredire la carriera altrui. È insomma una leadership al servizio, di influenza sociale, e non necessariamente collegata a ruoli apicali. I tratti distintivi della leadership inclusiva La persona che la coltiva...

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