lavoro creativo - Cuciverba
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Alessia Ragno è una talentuosa autrice, scrive meravigliosi racconti, per lo più ispirati a Bari e a chi la abita, ma anche articoli culturali e interviste a scrittori, scrittrici ed esordienti per far conoscere la letteratura contemporanea. Articoli che sono vere e proprie analisi influenzate dalla sua laurea scientifica in Fisica, poiché ricche di connessioni e approfondimenti, di rimandi culturali e storici e da cui emerge tutto il suo amore per i libri. Un giorno Alessia mi dice che desidera avere un sito web, un contenitore dove raccogliere con ordine il lavoro della sua acuta penna, senza il timore di perdere tutto, come spesso accade se ci si affida ai soli social. Vuole uno spazio dove a dettare tempi, modalità e regole è solo lei, non le big tech della Silicon Valley. Come non darle ragione! Avere un sito web di proprietà, un blog o una newsletter, infatti, è una strategia che consiglio per non avere brutte sorprese. Sui social, purtroppo, i profili hackerati, bloccati e cancellati, senza possibilità di recupero, sono all'ordine del giorno. Ed ecco che anni di lavoro, tempo e risorse preziose svaniscono in un attimo. E ora, vediamo come è nato il nuovo sito web di Alessia Ragno. Il team per il nuovo sito web: testi e content design di Cuciverba, grafiche e web design di Waooh Studio Alessia si rivolge a me ed Elisa Santambrogio, aka Waooh Studio, visual e web designer con cui felicemente collaboro e condivido la newsletter Spuma. Ci spiega nel dettaglio i suoi desideri e ci chiede di lavorare con lei allo sviluppo del progetto, di aiutarla a fare emergere la sua professionalità, ma senza eccedere nel mostrarsi. A parlare di e per lei, infatti, devono essere i suoi racconti, piccole storie come le chiama, i suoi articoli, le sue parole insomma. Quando accetto di lavorare al...

Lo ammetto: non immaginavo di scrivere questo articolo perché non pensavo di ammalarmi di Covid-19 (lavoro da casa e ho un'attenzione quasi ossessiva per evitare il contagio), né di provare la perdita di gusto e olfatto. Il tema, inoltre, è un po' fuori argomento perché mi occupo di copywriting inclusivo e non sono di certo una scienziata o una medica. Solo dopo aver riflettuto molto ho deciso di pubblicare questo pezzo perché nei media (soprattutto in televisione) la perdita di gusto e olfatto - un effetto a lungo termine del Covid-19 - è un po' sottovalutata. Se ne parla poco, e perlopiù come effetto transitorio. Così ho vinto la mia riservatezza e ho valutato che se questo articolo può essere di aiuto e conforto anche a una sola persona, ne sarei felicissima. Qui in questo mio spazio ho infatti provato, con un briciolo di ironia, a focalizzarmi sui vantaggi, se così si può definirli, di non sentire più odori e sapori. La mia esperienza con la Sars-Cov2 o Covid-19 Ho fatto di tutto per evitare il virus - soprattutto per non contagiare chi è più vulnerabile – ma, non abbiamo ancora capito come, io e il mio compagno ci siamo infettati dopo un anno dall'inizio della pandemia. Covid-19 ha pure colpito con un gran tempismo, avevo appena lanciato il mio sito e il blog. Ecco spiegato questo piccolo stop nella pubblicazione degli articoli. Ora che siamo guariti, posso dire che siamo stati molto fortunati per come la malattia si è manifestata, zero complicanze polmonari, né necessità di ricovero. Abbiamo manifestato i tipici sintomi: forti mal di testa, dolori alla schiena e al corpo, febbre oltre 38°, un po' di tosse, disturbi intestinali, difficoltà di concentrazione e alcune lacune nella memoria, tutti poi risolti. A parte due, comparsi dopo alcune ore dai primi, e che...

Pandemia non fa rima con creatività (no, infatti). Come stimolare la creatività allora? In questo periodo storico, che ci vede in casa la maggior parte del tempo, è molto più facile provare un calo di originalità e di idee. Manca lo smalto, come ai denti sovrasollecitati quando si digrignano. Ci si sente un po' cricetini in gabbia, a far girare la ruota, sempre a lavorare senza stimoli esterni. In balia di zone rosse, gialle e arancioni. Da tempo rimpiangiamo i concerti, i viaggi e le gite fuori porta, le serate con le amiche e gli amici, i cinema, i teatri, i musei. Insomma, tutte quelle attività, prima scontate, che ci fanno sentire persone vive e attive, e chissà quando ritorneranno come prima. Con questo non intendo dire che non sia giusto restare in casa per una ragione superiore, la salute. I sacrifici sono ben altri, e lo dico da ragazza bianca, cisgender, etero, in buona salute, una privilegiata insomma (anche se, in realtà, il genere femminile purtroppo non gioca così a favore). La vita, da un anno circa, è diventata per la maggior parte delle persone piuttosto piatta e monotona. Non si può negare. Allora, cosa si può fare per stimolare la creatività? Spoiler alert: non parlerò di sostanze psicotrope, anche se ci tocca viaggiare con la fantasia e la mente. Per lavoro scrivo, dunque è importantissimo circondarmi di stimoli, idee, ispirazioni. Ed è altrettanto fondamentale svagarmi e staccare gli occhi e la testa dal foglio di word o da carta e penna. Come? Uscendo fuori dalla porta lasciandomi guidare dai pensieri, dalle immagini, dai colori e dalla natura. Oppure, come ho detto poco sopra, andando agli adorati concerti e viaggiando. Tutte cose che in casa, luogo in cui lavoro, e di certo non Versailles, è impossibile fare. Se poi abiti in un Comune che non è...

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